L'arancino (o
arancina) è una specialità della cucina siciliana. Si tratta di una palla di
riso fritta, del diametro di 8-10 cm, farcita con ragù; altre volte con
composti di salsa di pomodoro, mozzarella, piselli o altro. Il nome deriva
dalla forma e dal colore tipici, che ricordano un'arancia.
L'arancino sembra
essere stato importato dagli arabi che erano soliti mangiare riso e zafferano
condito con erbe e carne, durante i pasti. L'invenzione della panatura nella
tradizione viene spesso fatto risalire alla corte di Federico II, quando si
cercava un modo per recare con sé la pietanza in viaggi e battute di caccia. La
panatura croccante, infatti, assicurava un'ottima conservazione del riso e del
condimento, oltre ad una migliore trasportabilità. Può darsi quindi che,
inizialmente, l'arancino si sia caratterizzato come cibo da asporto,
possibilmente anche per il lavoro in campagna.
Il 13 dicembre di
ogni anno, è tradizione palermitana festeggiare il giorno di Santa Lucia, in
cui ci si astiene dal consumare cibi a base di farina, mangiando arancine (di
ogni tipo, forma e dimensione) e cuccìa.
I Catanesi però
hanno dato senz'altro una marcia in più a questo piatto, conferendogli, oltre i
diversi e molteplici ripieni, anche l'ormai classica forma a cono, che in
realtà è una forma ispirata al famoso vulcano palermitano.
A proposito del
campanilismo di cui abbiamo parlato in clase, c'è un'altra diatriba su questo
piatto: il nome: Arancina o Arancino?
I Siciliani
occidentali sono forti sostenitori dell'appellativo al femminile, perchè,
dicono, è il diminutivo di Arancia. Questo nome è confermato anche dagli
storici, benchè nei dizionari italiani compaia il termine “Arancino”, al
maschile.
M.A.L.
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